Non so...

se di questo ve ne avevo mai parlato, o se ne avevo mai scritto. Probabilmente no. Ma oggi ho raccontato nuovamente questo aneddoto e mi è venuto da sorridere (ed anche un po' da piangere, con annesso un pizzico di amarezza e un tocco di tristezza ben confezionata).
Il 2009 è stato l'anno dei colloqui. Penso di averne fatti qualcosa come 30-40. Giuro. Ho rifiutato parecchi lavori, alcuni a torto, altri no. E quelli che ho accettato alla fine non si sono rivelati poi così proficui. Whatever. Sorvoliamo. Ma questo colloquio è stata la cosa più sconvolgente che mi sia capitata in 27 anni di vita, giuro. Fine luglio, caldo avvolgente, Roma infuocata. Mi reco in macchina a S.Giovanni e già arrivo con l'ascella pezzata al colloquio presso quest'agenzia del lavoro. Già una tristezza immane. E' la prima volta che mi capita di fare un colloquio in un'agenzia del genere. Poco male. Arrivo in anticipo, mi siedo in un bar a bere un caffè. Poi mi siedo sulla panchina alla fermata dell'autobus ed una matta e ricca signora mi comincia ad attaccare una pippa infinita sulla sua vita. La lascio fare e dire, mi serve per allentare la tensione che ho. Sfrutto la signora quel tanto che mi serve per farmi 2 risate e poi la liquido in fretta. Ora sono quasi in ritardo. Ci fanno aspettare, comunque. Siamo 2, poi 3, poi 4, 5 ragazze. Aspettiamo fuori, chè dentro non c'è posto. E vabbè. Sempre con l'ascella pezzata ed ora mi sto anche innervosendo. Chiacchiero con una tipa abbronzata e riccia con gli occhiali neri. E' simpatica e ci troviamo subito. Ci dividono per fare i colloqui ed io e lei capitiamo insieme. Siamo le uniche a fare il colloquio doppio. Anzi, a 4. Io e lei e di fronte lo psicologo e la recruiter. Bene. La tensione si scioglie e noi pure, l'aria condizionata ci aiuta. L'ascella pezzata se ne va. Menomale. I colloqui vanno bene.
Poi cominciano le domande trabocchetto. La prima è: cosa sareste disposte a fare per un lavoro? (Risposta esatta: la do a cani e porci). Ovviamente entrambe sbagliamo risposta.
Si continua. Ora ci informano, senza domandare. Si tratta di un'importante società cinematografica e televisiva sita in Prati, la figura ricercata si inserirà in un team per l'organizzazione di eventi. Bello, no?Sì, ma qui casca l'asino. Perchè, ci dicono, sapete com'è, essendo sempre frequentata da attori e personaggi famosi, le ragazze del team devono essere sempre in ordine, tirate e carine. Fin qui niente di male, mi sembra il minimo, no? Quindi devono indossare una divisa. Ed anche qui niente di male. L'ho fatto per 2 anni, figuriamoci se mi scoraggio. Lo rifarò, che vi devo dire? Eh sì, ma la divisa consiste in un tacco 12 e minigonna girofica, te l'avevamo detto? LOL
Strabuzziamo gli occhi, io e la riccia, e pensiamo sia uno scherzo. Invece loro due sono serissimi e allora capiamo che fanno sul serio. Ci guardiamo e non sappiamo se ridere o se piangere. Usciamo ridendo. Il colloquio è andato bene e noi non accetteremo mai un lavoro del genere, già lo sappiamo. Quello stesso pomeriggio mi richiamano: ho passato la prima selezione e il capo della società vuole vedere una decina di noi, per la prova in lingua inglese. Of course. Il giorno dopo vado in questa società fantasma, nello studio legale (Ma non era una società cinematografica? Mah!) di questo tizio. Entro e becco la mia amica Francesca in attesa di essere colloquiata. Scoppiamo a ridere e la tensione si allenta anche qui. Il suo colloquio dura 2 minuti e così quello di quella dopo. Tocca a me. Entro.
Mi fa un paio di domande stupide tra cui che lavoro fa mia madre e perchè vivo solo con mia madre. Mah. Mi comincio a scaldare. Poi mi dice perchè non lavoro più nella società cinematografica precedente. Perchè hanno finito il film che dovevano fare, magari? No?
Dell'inglese neanche l'ombra. Avrei potuto dire di sapere l'aramaico alla perfezione e forse mi avrebbero creduto sulla parola. 2 minuti e sono fuori anch'io.
Con un sorriso ed una sensazione di viscido che permea quest'ambiente, esco in una mattinata di sole. Felice e disoccupata. Ma pulita, almeno.

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Inaspettato. 
Piacevolmente sorpreso. 
Sono queste le prime impressioni che emergono, a caldo, dopo aver terminato il libro. 
Una storia che si legge tutta d' un fiato, ma densa di situazioni, eventi, stati d' animo, sentimenti e speranze. 
Una narrazione a volte cruda, diretta ed immediata, di una realtà che esiste ma che non riusciamo o vogliamo vedere. 
Invisibile, appunto, come a volte si trova ad essere la protagonista stessa, o come invisibili, a volte, sono i sogni che si cerca di realizzare. 
Ma poi qualcosa cambia, e le cose prima invisibili diventano chiare, palpabili... 
Ho trovato molto commovente e toccante il "messaggio" della protagonista al padre.

Capita raramente di leggere libri come questo, dove finalmente, dopo tonnellate di finzioni ed emozioni fabbricate con processi industriali, scopri sentimenti genuini ed emozioni sincere.

Da leggere assolutamente.


Recensione di Alberto Scotti, Anobii, gruppo di lettura Roma2

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Lettura scorrevole,fresca,bello l'intervallarsi tra racconto e e-mail per mantenere il contatto con gli affetti lontani..in pochi flash...riesce comunque a racchiudere il racconto della propria vita lasciata alle spalle..bello il mettersi di nuovo in gioco e in discussione,molto emozionante il finale....che apre ad una nuova vita tutta da inventare! Brava


Commento di Gyna, Torino, Anobii group. Invisibile in catena di lettura.

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"E una volta iniziato l'ho anche finito!! A caldo: lo cominci e lo vuoi finire (buon segno), poi credo debba essere riletto con piacere più di una volta per cogliere tra le infinite idee, impressioni e sensazioni quella - o quelle - che vuoi fare tue anche se scritte da una giovane scrittrice di talento. Brava!"

Commento di Stefano Molinario

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"Valeee...l'ho finito...il tuo piccolibro!mi è piaciuto assai...sai quei libri che mentre li leggi, tra le sue righe rileggi un pò te? quando l'introspezione della protagonista è un pò anche la tua? le stesse paure, le stesse ansie? e l'amore x NY...vogliamo parlarne?!brava brava brava! a quando il prossimo? ;-)"


Commento di Luisa Ascione

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Ho appena finito di leggere il romanzo breve "Invisibile" di Valeria Iannozzi ed è talmente intenso e meraviglioso da non riuscire a trovare le parole giuste per complimentarmi. Ti dico solo GRAZIE, "sorellina" ♥


Commento di Francesca Mancini

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"Succede che una domenica pomeriggio ti ritrovi a leggere un libro..succede che quel libro è scritto da una donna..succede che ti rendi conto che non puoi più pensare a lei come a quell'adolescente capitata un giorno per caso a casa tua..succede che quel libro ti commuove e allora auguri alla nuova donna ogni felicità..Complimenti Valeria!!" Leggetelo INVISIBILE DI VALERIA IANNOZZI



Commento di Simona Mancini

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Riflettevo

sul fatto che Muccino fa veramente rate. Che il suo ultimo film fa cagare come tutti gli altri, tiratissimo fino alla morte, quando si sarebbe potuto fermare a 15 minuti dopo il primo tempo. 
Riflettevo sul fatto che il cinema italiano è morto solo perchè la gente non dà spazio al cinema indipendente e riempie le sale solo a Natale col cinepanettone e ai film dei fratelli con la zeppola e dislessici.
Riflettevo sul fatto che ringraziando iddio non ho lavorato al film di Muccino jr, pur avendone avuto la possibilità (remota ma probabile). Ma signorina, lei ha fatto la Line Producer "so' paroloni", m'ha detto il produttore. E mica le posso offrire lo stesso stipendio. Ovvio. Infatti gli chiedo di meno, ma per magia lui sparisce lo stesso ed io scrivo un'email piena di odio e rancore verso il cinema italiano. O quasi. Almeno verso i produttori, quello è sicuro. Che lavoro del cazzo che mi sono scelta, Cristo santo.
Riflettevo sul fatto che anche il film di Muccino jr avrà successo, forse. Ma solo per una questione di nepotismo del cazzo. Che lui stava in fila alla segreteria didattica di lettere a fare la rinuncia agli studi, mentre io mi barcamenavo con le pratiche per la tesi. Ora lui è un regista, ed io sono solamente una "parolona" alla quale uno stipendio così alto non si può dare. Però almeno ho studiato in America. E anche lavorato lì. So soddisfazioni (e in Italia sono too much per le loro tasche). Ma fottetevi voi, Muccino e Stefano Accorsi e pure l'Elisa di Rivombrosa. Ammiro Martina Stella che gli ha chiesto un sacco di soldi per stare in Baciami ancora e lui non gliel'ha dati! ahhahaahah! :)

ps. sono andata a vedere quest'orribile film solo per cercare di capire il meccanismo nella testa delle persone comuni ma vi giuro che è stato un esperimento fallimentare come al solito.

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Mai più

Mai più:


i discorsi in pubblico se non sono in vena, prendersi troppo sul serio e prendere tutto troppo sul serio, la pizza a pranzo, i 40 minuti di freddo e pioggia in motorino per andare a lavoro, l'ansia, la non felicità, la distanza, l'abbandonare i sogni, svegliarsi alle 7.10 ogni mattina, i pomeriggi assonnati fino alle 16, la pioggia su Roma, Trastevere e i suoi vicoli infami, l'Eni, l'Acea, gli affitti.

Sì ai:

nuovi progetti documentaristici e a quelli letterari, i sorrisi, i caffè caldi al mattino, ai mezzi pubblici se funzionassero, alla felicità, alla vicinanza, ai viaggi transoceanici che mi riportano a casa-da te, svegliarsi tardi il week end, i pomeriggi a leggere, il sole su Roma, la casa che avremo insieme, l'affitto, il mutuo e tutto quello che di più bello ci capiterà solo perchè siamo insieme, amore mio.

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